Persico 69F

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Oro Mondiale Match Race 2018!

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venerdì 17 maggio 2019

Argo Gold Cup 2019, Bermuda


L'edizione 2019 è stata per noi la seconda esperienza alle isole Bermuda e sugli IOD, barche in legno a chiglia lunga molto pesanti.
Quest'anno abbiamo deciso di navigare in 5 a bordo per avere maggiore controllo dell'imbarcazione nelle numerose raffiche, risultava indispensabile lascare carrello randa invece che aprire scotta. Servivano quindi 2 randisti visto che il circuito carrello randa e paterazzo erano rimandati a prua del trimmer fiocco.

La disposizione a bordo è risultata ottimale e ci ha permesso di manovrare sempre bene e di avere un randista anche in poppa. Finalmente il peso complessivo sfiorava 350kg dato che con noi a bordo era presente Luca Camilli.
Siamo arrivati alle Bermuda sabato 4 maggio e abbiamo atteso fino a lunedì per la prova barche godendoci le spiagge e abituandoci al fuso.

Ci siamo allenati con Eric Moninn (numero 1 in ranking mondiale e 12° partecipazione alla Gold Cup). Nonostante i 18 nodi di vento avevamo un ottimo controllo tuttavia di bolina ci mancava sempre  un po' di velocità, o un po' di angolo. Di conseguenza abbiamo iniziato a osservare il suo equipaggio e a notare qualche differenza, specialmente nel modo di virare. Trovare l'angolo di uscita ottimale non era facile considerando l'abbrivio che la barca acquistava durante la rotazione.

Nei momenti in qui eravamo vicini agli equipaggi meno esperti (prima esperienza alla Gold Cup) ci siamo sempre sentiti più veloci e alti.

Martedì, è il primo giorno di regate e il primo match ci vede incontrare subito Moninn, il nostro sparring partner. Vinciamo la partenza in boa ma, al primo incrocio, gli viriamo sopravvento per rimandarlo sulla destra e lui, con una lunga orzata prua al vento, è in grado di prenderci da sottovento e di spedirci a destra dalla parte peggiore del campo di regata.
Nel secondo match contro il campione della Nations Cup di San Francisco, il francese Mesnil, non ripetiamo lo stesso errore e, dopo una bella partenza in boa, controlliamo tutto il match.

Nel terzo match, contro l'americano Poole, il piano rimane lo stesso. Vinciamo ancora una volta la boa dando anche penalità all'avversario. Grazie ad una raffica improvvisa e stranamente destra, Poole è in grado di tirare su la prua esattamente prima della layline di sinistra e rischiamo di non passare l' incrocio. Una volta completata la virata mure a sinistra, capisco che non passerò l'incrocio e una leebow sarebbe inutile visto che siamo in lay. Decido di passare dietro all'avversario ma, dopo la mia poggiata, Poole poggia a sua volta bloccandomi la strada e creando una rotta di collisione. Ormai non riesco più a passare dietro e l'unica mia mossa per tenermi discosto è orzare e passare avanti. Poole accortosi dell'errore, decide di orzare per non farci passare ma lo spazio tra le due barche è finito e c'è una grave collisione.
La prua dell'americano, entrato a 90° su di noi, sale sopra il nostro scafo (sbandato sottovento) e si infila tra il boma e la coperta raggiungendo il lato sopravvento della nostra barca piegando in due il boma, spezzando il vang e rompendo il nostro winch del fiocco. Il mio equipaggio per fortuna è stato cauto ed aveva già evacuato il pozzetto.
Dopo una catastrofe simile i giudici, più sorpresi di noi, non erano in grado di giudicare e in quel momento hanno penalizzato noi perché eravamo mure a sinistra.
Quindi, oltre ad aver perso il match, abbiamo dovuto anche cambiare barca e questo ha sicuramente interrotto il nostro trend positivo: ci sentivamo di aver subito un torto, di aver rischiato l'incolumità dell'equipaggio e di non essere stati neanche capiti dai giudici né tanto meno da Poole, il quale non si è venuto a scusare. (ovviamente non siamo stati verbalmente così pacati con l'americano durante la collisione)

La giornata è proseguita con la vittoria sul locale Dhuram e con 3 sconfitte. A terra è iniziata la nostra udienza di riparazione dove siamo riusciti ad ottenere un 67% di penalità per Poole e solo il 33% per noi. Per me non è una gran vittoria ma almeno rimette i conti a posto e facciamo capire anche alla flotta che non siamo gli ultimi arrivati.

Il secondo giorno, mercoledì, è molto più tranquillo ma il campo di regata diventa più difficile; c'è poco vento e la direzione costringe il comitato a cambiare boa ad ogni bolina.
Vinciamo il primo match contro la francese Curtis (numero 1 in ranking femminile) e siamo davanti anche contro avversari molto forti come Mirsky, MacGregor (a bordo con lei Francesca Clapcich) tuttavia non siamo in grado di mantenere la posizione fino alla fine a causa dei continui salti di vento. Mi spiego meglio: marcando l'avversario, se quest'ultimo avesse navigato in fase col vento, avremmo rischiato solo di perdere metri ad ogni incrocio. Era necessario quindi, come facevano in molti, alle volte non controllare l'avversario e andarsi a prendere la raffica e la rotazione successiva, guadagnando così un sufficiente vantaggio.

Notevole è stata la regata contro Ian Williams, giudicata come "match of the day", dove siamo stati capaci di dare due penalità all'inglese in partenza grazie ad un eccellente controllo nella fase di dyal-up.

Sommando i punteggi ovviamente non ci troviamo tra i primi 4 in classifica. Quindi per accedere ai quarti di finale doppiamo passare dai ripescaggi, dove però gli ultimi 4 team non qualificati vengono eliminati.

Giovedì i ripescaggi ci vedono iniziare contro Eric Moninn (e pensare che uno come lui non si sia qualificato subito ai quarti fa capire il livello della competizione), partiamo bene e riusciamo a rimanere sopravvento a lui fino alla layline bloccandogli la virata. La nostra velocità è migliorata molto e ci permette di vincere il match.
A seguire perdiamo purtroppo con la MacGregor (3 volte campionessa mondiale femminile, un'olimpiade e 6 partecipazioni alla Gold Cup) a causa delle solite rotazioni in boa di bolina veramente random...
Vinciamo finalmente contro lo svedese Dackhammer, il francese Mesnil (una vera vendetta dopo San Francisco) e contro il locale Dhuram.

Ci qualifichiamo così ai quarti di finale dove veniamo scelti dal primo dei qualificati dopo il round Robin, l'inglese Ian Williams (42 anni, 6 volte campione mondiale match race e una coppa America).

Venerdì sappiamo di dover scendere in acqua con un approccio diverso, non abbiamo davanti un avversario qualunque di conseguenza dobbiamo avere una strategia per batterlo ben 3 volte e accedere alle semifinali.

Dopo essermi informato tramite amici e suoi ex avversari abbiamo deciso di evitare le classiche mosse del match race come il fish-tailing, time on distance da lontano sulla linea di partenza, oppure giocare sul blocco sulla layline di barca giuria dove sapevamo che lui sarebbe stato più forte.

Il piano funziona, nella prima Williams prova ad impressionarci con proteste finte, ma con noi non attacca. Riusciamo a partire pari e giochiamo con le raffiche per arrivare primi in bolina, al primo incrocio siamo avanti ma poi diventa lui il leader.
Al gate di poppa prendiamo l'altra boa e riusciamo a recuperarlo fino a mettere la nostra prua interna tra lui e la boa alla seconda bolina. In poppa inoltre lo rolliamo anche ma lui ci spinge sulla sinistra e non riusciamo né a strambare per passare dietro né a strambare per incrociare avanti. Ci porta quindi oltre lay e arriviamo entrambi a vele bianche di bolina.

Chiediamo il cambio barche e ci prepariamo al secondo match. In partenza entriamo gialli (da destra) e lo blocchiamo senza mai lasciarlo andare, quando mancano 40sec lui sembra stranito e cerca di liberarsi ma noi lo spingiamo sempre, standogli a pochi centimetri dalla poppa, lui parte ocs. È costretto a rientrare e noi guadagniamo tanto vantaggio, riuscendo a vincere il match.

1-1 mancano 2 match alla fine. Williams smette di essere così stupidamente aggressivo e in partenza cerca di starci lontano, lui parte in boa, noi in barca e alla prima bolina siamo avanti noi. Nella seconda bolina fa un bordeggio praticamente perfetto e riesce a conquistare la destra proprio prima della layline e questo ci costa il match.

Il terzo è stato lo stesso solo che nella seconda bolina abbiamo navigato entrambi su un buono, a parti opposte del campo, fino a che, all'incrocio, è prevalso il suo vento.

Siamo contenti di aver seguito un approccio molto tecnico e concreto, nonché di averlo portato a termine fino in fondo senza fare errori. Per batterci in quelle 4 regate era necessario solo un bordeggio perfetto ed è quello che Ian è stato in grado di fare.
Non abbiamo ancora capito se un pizzico di fortuna ci vuole sempre o se gli inglesi avessero capito qualcosa del campo di regata a noi ancora ignoto. Siamo comunque contenti di aver regatato alla pari con uno dei migliori velisti del mondo e di essere stati in grado di batterlo e di metterlo così tanto in difficoltà in partenza per ben due volte.

5 match contro Williams ci hanno portato ad una notevole consapevolezza sia suo nostri difetti che sui nostri pregi.
Gli inglesi poi hanno battuto la MacGregor 3-0 e lo svedese Bertnsson in finale 3-1

Noi continuiamo ad allenarci e a regatare, il nostro prossimo appuntamento è a Sopot (POL) dal 21 al 24 agosto.

Ah, e grazie alla famiglia di Hal Kempe per averci ospitato per la seconda volta consecutiva e averci messo a nostro agio ogni giorno!

Mondiale F18 2013

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Collaboratori

Ettore

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Optimist no limits

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Antartide

Mondiale 2010

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Italiano Marsala 2010

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Squadra completa

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Barca del Mondiale

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Campo di regata Niteroi

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Si vedono gli optimist, bello difficile no?!

Italiano a Reggio Calabria

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Italiano RC

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Come si divertono....

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