Persico 69F

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Oro Mondiale Match Race 2018!

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martedì 20 settembre 2016

Aphrodite quarta al mondiale Swan45!

Eccoci ancora impegnati in regate di altura di altissimo livello, come è stato il mondiale di classe Swan45 a Porto Cervo tenutosi in concomitanza con la Swan Cup.
A bordo delle 16 imbarcazioni iscritte erano presenti professionisti di ogni tipo: navigatori da oceano, olimpionici e di Coppa America.
A bordo di Aphrodite Ettore ha coperto il ruolo di randista, ruolo essenziale nella velocità di bolina vista l'enorme superficie della randa (78 metri quadrati). A bordo era presente per il Mas Team anche Simone. Alla tattica Matteo Ivaldi e alle scotte Nello Pavoni.
L'equipaggio, nonostante non avesse mai regatato insieme, ha iniziato ad allenarsi due giorni prima dell'evento provando tutte le vele a disposizione e poi esercitandosi nelle manovre fino allo sfinimento.
Abbiamo anche provato la velocità con le imbarcazioni favorite,  abbiamo subito capito di essere al pari con gli altri in fatto di passo.

Martedì sono iniziate le regate con poco vento e Aphrodite ha iniziato a farsi strada tra i 16 teams provenienti da 8 nazioni. Grazie alla singolare velocità abbiamo fatto saltare un paio di volte i favoriti di Early Bird (con Schumann alla tattica). La tattica ci ha favorito e danneggiato qualche volta infatti chiudiamo la giornata con un buon quinto posto generale, avendo realizzato tre medi piazzamenti (8-8-4). Eravamo sicuramente soddisfatti ma più che altro già in pensiero per il giorno dopo visto che TUTTI gli avversari erano a pochissimi punti di distacco.

Mercoledì il vento steso ha caratterizzato la giornata ricordandoci che Porto Cervo è un posto ventoso, il vento ha soffiato fino a 20 nodi.
La barca si è comportata molto bene anche grazie al lavoro svolto a terra dai ragazzi accompagnati da Nello che di setting se ne intende davvero tanto.
Di bolina a parte rari momenti in cui le onde ci hanno messo in difficoltà, la velocità ci ha sempre dato la possibilità di raggiungere per primi il lato del campo scelto dal tattico.
Di poppa abbiamo sempre mantenuto e acchiappato qualche volta le barche davanti, abbiamo deciso di non usare più la stay sail in quanto ci rallentava nelle strambate dove serviva essere reattivi al massimo.
Una barca olandese ci ha centrato in un semplice incrocio mure a dritta mure a sinistra. avevamo ragione e abbiamo protestato, la situazione si è risolta con una penalità per gli olandesi e un danno significante sulla nostra poppa.
Chiudiamo la giornata con tre buoni piazzamenti: 5-5-7
In classifica siamo quarti ma una barca è stata quasi affondata e quindi riceve per le due prove non portate a termine una riparazione considerando la media dei punteggi precedenti, 4.5, con una media del genere si conquista la quarta posizione facendoci tornare al quinto posto, ma con 4 punti di distacco dal sesto, un po' di respiro finalmente!

Giovedì c'era la necessità di fare qualche prova in vista del brutto tempo previsto per il weekend ma la giornata è stata caratterizzata dalla pioggia e il vento non è mai arrivato. Intelligenza su alfa e torniamo a terra consapevoli che il giorno di riposo sarebbe stato soppresso per cercare di regatare ancora in vista del vento fortissimo dei giorni dopo.

Venerdì usciamo finalmente verso le 14, sembrava non ci fosse aria ma ci si aspettava l'inizio della bufera nella sera. alle 15 viene data la partenza per i Maxi a seguire Mini Maxi, dopo le altre categorie tocca a noi, il vento inizia a soffiare sui 15/18 nodi. Le condizioni iniziavano ad essere difficili visto che il vento soffiava da terra, oscillava ed era molto rafficato. In boa di bolina una collisione nelle tre lunghezze ci obbliga a fare una penalità che ci trascina in ultima posizione ma proprio appena issiamo lo spinnaker ecco che il vento inizia a soffiare come previsto per la sera: 25/28 nodi. Abbiamo iniziato una planata continua che è finita solo con l'ammainata di spi.
La seconda bolina è perfetta e recuperiamo 5 barche. Quando inizia l'ultima poppa il vento sale e arriva a toccare e sorpassare in certi momenti i 30 nodi. Strambare è difficile, per fortuna ho un ottimo aiuto alla diagonale della randa. Siamo gli unici insieme agli inglesi  a riuscire a manovrare e a non rompere niente. Il risultato è che arriviamo sesti al traguardo e il comitato decide di mandarci a terra visto che il vento era in aumento.
Grazie alle capacità dell'equipaggio e alla barca ben armata riusciamo a mettere una pezza ad una regata partita davvero male.
Siamo ancora quinti in classifica ma perchè la barca quarta (Motions) continua a ricevere riparazioni con la media del 4.5 senza scendere in acqua.

Sabato il vento è davvero troppo e le regate vengono rimandate a domenica anche se non è previsto un calo.

Domenica è prevista la regata costiera, non scartabile, per noi è come una sorta di finale. Il vento è steso ma non fortissimo, sui 18/22 nodi. La tattica è davvero difficile visti i salti e i fondali delle isole che rappresentano un forte pericolo. Due barche infatti si ritirano: una è Motions che dopo essere rientrata in acqua subisce un altro danno che compromette la sicurezza della barca, sono costretti a rientrare immediatamente. Non meno grave è Samantaga, i belga si sono semplicemente incagliati e perso il bulbo...

Noi invece arriviamo quinti e ci conquistiamo il quarto posto in classifica.

Siamo davvero soddisfatti perchè è stata una manifestazione lunga, difficile e stancante. Il livello come già detto era molto alto, sicuramente non eravamo neanche stati presi in considerazione dalle altre barche i primi giorni perchè eravamo i più estranei e nuovi nella classe Swan45.
Il bello però è stato proprio questo: impegnarci con modestia  per raggiungere un risultato che nessuno si sarebbe mai aspettato da un equipaggio nuovo e giovane.

Prossimamente Ettore sarà impegnato per il CCAniene con l'este24










lunedì 11 luglio 2016

Il MAS Team raggiunge il terzo posto al Campionato Europeo!

Da quando abbiamo iniziato a fare match race a ottobre il nostro obbiettivo è sempre stato ricevere la convocazione da parte della federazione per partecipare al campionato europeo giovanile in rappresentanza dell'Italia.
Ci siamo allenati tanto, facendo sacrifici enormi e rinunciando a molto tempo libero ma come si sa, il duro lavoro premia sempre.
Quando è arrivata la convocazione ci siamo organizzati per allenarci su un J24, barca molto simile ai J22 con cui avremmo regatato al Lago di Ledro agli europei.

Grazie a Luigi Bertini abbiamo avuto modo di conoscere le barche qualche giorno prima dell'evento visto che io ed il mio equipaggio siamo stati invitati al raduno federale sul match race U19 nel ruolo di aiuto istruttore.

Dopo 4 giorni di raduno è quindi iniziato il nostro primo campionato internazionale insieme. Eravamo tutti molto affiatati e concentrati e sapevamo che il livello sarebbe stato molto alto, infatti oltre alla straordinaria partecipazione di Aschenbrenner (Alpari World Match Racing Tour) è stata accettata l'iscrizione di un forte team australiano.
Ogni mattina la sveglia era impostata alle 7:15 per fare un po' di risveglio fisico prima di colazione, alle 8:45, dopo una doccia, eravamo già in cammino verso il circolo.
Il primo giorno dedicato alla prova barche è stato molto utile per noi perchè abbiamo avuto la possibilità di allenarci contro lo Juniores più forte al mondo (13° in Ranking list) Aschenbrenner. Abbiamo fatto un po' di partenze e regate contro di lui e abbiamo subito notato il suo stile, molto tranquillo, mai aggressivo ma molto attento e pronto a fregarci al primo errore.
E' stato un piacere e abbiamo fatto una bella esperienza ad allenarci con lui per le due ore della prova barche.
Il primo giorno di regate inizia con un Round Robin. Un girone dove tutti e dieci i team si sono incontrati almeno una volta.
Noi ci accorgiamo subito che ci sono dei salti di vento un po' casuali e fuori dalla norma, e cerchiamo di concentrarci molto sulla tattica di bolina che era quella essenziale per girare la prima boa in testa.
La prima regata contro gli australiani non va a buon fine a causa di una rotazione improvvisa che fa prendere la lay-line per la boa solo al team avversario.
Il resto delle regate vanno a meraviglia, frutto di buone partenze, ottimo controllo della barca e ottime manovre. 
Il primo a fermare la nostra serie di vittorie è Aschenbrenner al quale cediamo il match solo negli ultimi metri prima dell'arrivo. Il resto delle regate sono vinte a eccezione del match contro gli svedesi (che tagliano l'arrivo pochi centimetri prima di noi).
La giornata si conclude bene con 6 vittorie su 9 match disputati. Abbiamo regatato bene e ci è mancato davvero poco per poter vincere almeno altri due match.
La classifica del Round Robin parla chiaro, il primo è il danese Aschenbrenner secondo lo svedese e terzo a pari punti con noi l'australiano; quinto Migraine un ragazzo francese molto bravo (3° all'europeo del 2015).
Tra il quinto ed il sesto c'è una rilevante differenza di vittorie.

 Il secondo giorno il comitato di regata decide di dare possibilità anche agli ultimi del round robin di giocarsi il titolo iniziando i quarti di finale (che coinvolgevano 8 team su 10).
I primi tre teams scelgono il loro avversario a noi non resta che sfidare il quinto, il temibile Migraine.
Riusciamo grazie al vento più steso e stabile del giorno precedente ad avere la meglio sul francese per 3-1 e accediamo alle semifinali dove ha avuto accesso anche il team australiano: siamo automaticamente tra i migliori tre team europei.
Dopo aver già faticato per i quarti di finale ci aspetta un altro incontro molto importante contro un altro valido avversario.
Vinciamo il primo match grazie ad un fantastico controllo durante i due minuti di retromarcia in partenza. Il secondo match viene però vinto da Boulden al quale non riusciamo a ridare la penalità presa in partenza. Dopo aver vinto entrambi un altro match ci presentiamo sulla linea di partenza per il match decisivo visto che il parziale raggiunto era di 2-2 (vince chi arriva per primo a tre vittorie).
L'ultima regata è stata molto battagliata, barche sempre ingaggiate, non abbiamo mai mollato, neanche quando, dopo una breve separazione di bolina il vento ha ruotato nettamente in favore degli australiani. Li recuperiamo e nell'ultima poppa è tutto aperto, blocchiamo loro la strambata fino a che grazie ad una raffica riescono a sfilarci di pochi centimetri davanti alla nostra prua guadagnando la leadership e tagliando l'arrivo in testa.
Non ci resta che ammettere la sconfitta e rientrare complimentandoci con gli avversari. Sono stati molto bravi e a noi è mancata quell'esperienza in più per dominare, e non è certo una cosa che si impara facendo match race in pochi mesi ma con tanti anni di pratica.

Il terzo e ultimo giorno di regate vengono disputate solo le finali per il primo e secondo posto e per il terzo e quarto.
A noi spetta incontrare l'altro equipaggio italiano, classificatosi 7° nel il round robin, ma che è riuscito a battere gli svedesi ma ha poi perso 3-0 contro i danesi.
Il nostro avversario lo conosciamo, ci abbiamo già regatato contro, sappiamo di poter fare bene, ma di una cosa dobbiamo tenere conto: le assurde rotazioni del vento del Lago di Ledro durante mattina. Abbiamo infatti regatato dalle 10:30 fino alle 12:30 quando il vento non era ancora steso.

Le regate iniziano con un'inaspettata intensità di vento sugli 8 nodi, questo ci permette, una volta vinte le prime due partenze, di vincere i primi due match disputati.
Sul 2-0 e dopo un'intera settimana passata in trasferta al Lago di Ledro, allenandoci e regatando, iniziavamo a vedere la fine dell'evento e il meritato riposo che ci spettava.
Nel terzo match (match point) vinciamo la partenza in boa vista la rotazione sinistra e facciamo saltare l'avversario sulla destra. All'incrocio dopo purtroppo la rotazione è destra e veniamo sorpassati per pochissimo; tutto il match lo sfruttiamo per recuperare finchè non tagliamo l'arrivo a pochi centimetri dalla loro prua.
Sul 2-1 ci siamo iniziati ad innervosire perchè eravamo consapevoli di meritarci la vittoria ma che le condizioni meteo erano davvero estreme, il vento iniziava a calare sui 4 nodi e le oscillazioni diventavano sempre più ampie.
Il quarto match è l'unico che davvero ci siamo meritati di perdere, messi sotto stress abbiamo perso il contatto dalla linea e siamo partiti in ritardo (tagliamo comunque l'arrivo davanti, ma con una penalità quindi perdiamo).

A questo punto iniziamo a riflettere e a calmarci, sapevamo di non essere stati fortunati ma volevamo comunque avere la meglio sull'altro equipaggio.
Quindi inizia l'ultimo match, il decisivo.

In partenza mettiamo alla prova il nostro controllo del mezzo, l'avversario prova a liberarsi andando in retromarcia ma senza successo, lo teniamo sulla sinistra della linea di partenza e quando arriva il momento di partire noi partiamo veloci mentre lui rimane fermo in ritardo e lontano dalla linea.
Completiamo due virate e ci mettiamo in copertura  dell'avversario partito 20 secondi in ritardo. Tra di noi ci sono almeno venti metri di distanza orizzontale, la stessa distanza che si viene a creare tra una zona rafficata e una meno. Il risultato è che l'altro equipaggio ci sfila da sottovento riguadagnando il primo posto. Non ci arrendiamo e diamo battaglia fino alla prima boa di bolina dove riagganciamo l'avversario grazie a migliori virate. Alla boa di poppa viene comunicato un cambio di percorso, la boa di bolina viene spostata a sinistra a causa di una forte rotazione. Durante tutta l'ultima bolina il vento ha continuato ad oscillare verso sinistra ma ci aspettavamo, come sempre succede, che il vento tornasse a soffiare da destra. Ci teniamo quindi sulla destra del campo, ormai l'avversario non riesce più a passarci avanti agli incroci, è costretto a virarci in prua, basta poco per passare avanti, basta che in tutto il lato di bolina ritorni un pochino di rotazione destra, arriviamo all'ultimo incrocio di bolina, quello decisivo. Anche senza rotazione destra sembra di aver guadagnato ancora un paio di metri ma proprio quando manca poco all'incrocio il vento ruota ancora più a sinistra inaspettatamente, da una direzione non comune sul Lago di Ledro dove il vento in genere soffia dalla valle.
Nonostante ciò giriamo la boa 10 metri dietro ed eseguiamo immediatamente un gybe-set.
Cerchiamo di agganciare la pressione che aveva preso il nostro avversario prima mentre lui prosegue in poppa senza fare avvicinamento alla linea di arrivo.
Troviamo la pressione che cercavamo ma è ancora più sinistra di prima! Iniziamo la discesa e ci aspettiamo  almeno una piccola rotazione destra (da dietro) per poter strambare e sorpassare l'avversario che invece decide di strambare e iniziare l'avvicinamento questa volta con raffica e rotazione sinistra tale che solo lui riuscisse a tagliare l'arrivo senza strambare.
Nonostante lo avessimo quasi sorpassato in tutto l'ultimo lato di poppa non abbiamo mai avuto la sua stessa pressione nè la direzione del suo vento, quando strambiamo davanti al comitato infatti, lui taglia la linea sulla boa di arrivo vincendo anche li, ahimè, di pochi centimetri.


Perdiamo così la possibilità di arrivare secondi in classifica europea a questo campionato. La delusione è molta, a terra avevamo tutti le lacrime agli occhi ma dopo il debriefing abbiamo realizzato di aver dato il massimo, di aver vinto 4 partenze su 5 e di aver marcato bene l'avversario, purtroppo, troppo frequentemente, nei momenti più salienti, le rotazioni di vento sono state sempre e solo a favore dell'altro team italiano.

Chiudiamo quindi al terzo posto questo campionato europeo con la consapevolezza di aver completato una bella stagione ma di non esserla riuscita a coronare come volevamo, ma questo non è un problema anzi, ci ricorderemo di questa esperienza e ripartiremo da li per la prossima stagione per presentarci al prossimo campionato europeo più agguerriti che mai.



lunedì 23 maggio 2016

Luduan trionfa al Gavitello d'Argento 2016!

Altra grande soddisfazione quella del Mas Team a bordo di Luduan, il Grand Soleil 46 di Enrico De Crescenzo.
Il forte equipaggio composto prevalentemente da ragazzi giovani e promettenti è riuscito a farsi valere in mezzo ad una flotta di barche molto competitive e portate dai migliori professionisti italiani.
Per me è stata una bellissima esperienza avere la possibilità di competere come tattico e timoniere in una regata dove il livello era così alto, la presenza di molti Swan42,Swan45, X41 e tante altre barche, ha reso la competizione davvero difficile soprattutto con il poco vento.
Siamo riusciti però a dare il meglio nelle prime due giornate dove il vento soffiava sopra i 15 nodi, condizioni favorevoli ma anche da saper sfruttare.
L'evento è iniziato quindi nel migliore dei modi, con tre belle prove portate a termine anche battendo in reale uno Swan45! Le buone partenze ci hanno sempre permesso di regatare con le barche più veloci e liberi dalle marcature. Anche la tattica si è rivelata fondamentale per i grandi recuperi fatti in poppa, l'equipaggio si è comportato molto bene permettendomi di completare tutte le manovre che mi servivano per garantire approcci in boa più convenienti.
Il secondo giorno è stata la volta della costiera intorno alle isole del canale di Piombino. Un'altra bella partenza ci ha permesso di competere in reale con gli Swan45 tutta la bolina fino a Cerboli.
Dopo ancora 5-6 miglia c'è stato il primo arrivo (molto positivo per noi che abbiamo vinto in ORC) e successivamente la poppa per tornare a Punta Ala. L'ultimo pezzo anche se sembrava scontato, non lo è stato affatto. Abbiamo dovuto tenere per 20 minuti uno spinnaker asimmetrico rischiando comunque di straorzare a causa della boa variabile posizionata al traverso della direzione del vento. Da quella boa in poi, ai pochi che avevano fatto l'ultimo pezzo a vele bianche è bastato issare uno spinnaker, noi invece abbiamo dovuto fare un piling per poter sfruttare al meglio il vento nella discesa con una vela simmetrica. Grazie all'equipaggio e al prodiere in particolare (Simone) tutto è andato bene e siamo riusciti a vincere anche la seconda prova in ORC.
L'ultimo giorno ci siamo presentati sulla linea di partenza senza aver ancora giocato lo scarto e con 12 punti di margine sul secondo in IRC e 7 sul secondo in ORC. La giuria ha insistito per svolgere due prove con le condizioni minime di vento, dai 5 agli 8 nodi.
Nonostante non fossero per niente le nostre condizioni siamo riusciti a guadagnarci un sesto posto alla prima prova, lasciando il posto a barche un po' più leggere ed invelate di noi.
Il sesto posto ci garantiva, visto che mancava solo una prova alla conclusione del programma, di poter scartare l'ultima prova e di vincere automaticamente solo se il cookson50 non avesse vinto l'ultima regata.
Con l'ultima regata portata a termine abbiamo comunque vinto in entrambe le categorie IRC e ORC.

Ottimo è il lavoro fino ad ora svolto con l'equipaggio, che si sta evolvendo e coinvolgendo sempre più ragazzi di livello. Impressionante è anche notare il nostro miglioramento dopo la stagione match race affrontata grazie al supporto del MAS Team.

Continuiamo su questa strada, i prossimi appuntamenti sono la 151 miglia e il campionato europeo giovanile match race.

mercoledì 20 aprile 2016

Il MAS Team vince il grado 3 di Licata!!

Arriva finalmente la vittoria che cercavamo. Per la terza volta ci siamo guadagnati la finale ma questa volta siamo riusciti ad avere la meglio sul fortissimo equipaggio Finlandese capitanato da Antti Luhta.

Il grado 3 di Licata è stata la prova che fino ad ora il tanto lavoro svolto sta dando i suoi frutti. Stavolta infatti, oltre a vincere col 100% di vittorie il round robin siamo riusciti anche ad avere la meglio in semifinale ed in finale, senza lasciarci prendere dallo stress e dalla stanchezza che inizia a farsi sentire alla fine di ogni evento.

Le manovre sono state quasi sempre perfette con il buon equipaggio, composto da Simone Filippo e Lorenzo, che ha saputo adattarsi velocemente agli Zip25 messi a disposizione dall'organizzazione.

Le condizioni meteo sono risultate ottimali per noi, tre giornate di sole, caldo e poco vento (dai 4 agli 8 nodi). Il campo di regata è stato fantastico in quanto ci permetteva, regatando all'interno del porto, di manovrare nel pre-start tra un molo e un altro. Anche se il vento saltava parecchio siamo stati comunque in grado di scegliere sempre la parte giusta del campo garantendoci, eccetto una volta, la leadership già dalla prima boa.

La finale contro Luhta è stata molto impegnativa come prevedevamo. I finlandesi portavano con loro anni di esperienza fatta nel match race grazie a gradi 2 e 3 ma d'altro canto giocavano fuori casa. Questo ci ha permesso di metterli in difficoltà e di approfittare dei loro errori per riuscire a batterli nei primi due match della finale.

Fortunatamente siamo riusciti a portare a casa, oltre al risultato, anche un ottimo bagaglio di esperienza che ci ha regalato Luhta, l'ultima partenza infatti è stata combattutissima ma ne siamo usciti bene e abbiamo imparato molto.

Non ci resta che continuare i nostri allenamenti mentre aspettiamo la convocazione per l'europeo youth.

Intanto ringraziamo tutti i siciliani che ci hanno ospitato calorosamente e hanno fatto in modo da organizzare al meglio il match race grado 3 di Licata. Torneremo sicuramente!

lunedì 22 febbraio 2016

February Match Race, al grado 3 di Scarlino il secondo posto è assicurato


Si inizia con un round robin completo, con un vento costante dai 10 ai 12 nodi, ma un po' ballerino.
Il tabellone ci mette davanti allo svizzero 68^ in ranking list nel nostro primo match.
Riusciamo però ad avere la meglio in partenza e a prenderci immediatamente la destra, in questo caso il lato favorito. Rimaniamo in testa fino alla fine e vinciamo il primo match.
Una serie di belle partenze ci porta a vincere le altre due regate contro i due italiani Attili e Pardini.
A seguire abbiamo un'ora di riposo prima di salire in barca e concludere il round robin con altri tre match.

Riprendiamo contro il favorito, n 38° al mondo. L'equipaggio si dimostra agguerrito e riesce a domare i favoriti nuovamente in partenza e a proseguire la regata senza lasciare mai un metro all'avversario e senza sbagliare una manovra (lo testimoniano le 15 virate fatte nella prima bolina, lunga 200m).
Successivamente è la volta del russo, il match si conslude con una bella vittoria con distacco da parte nostra.
Chiudiamo la prima giornata in testa alla classifica con 5 vittorie su 5 regate disputate.


Il secondo giorno è quello decisivo, fino alle 12:30 si disputerà il round robin e da li in poi, meteo permettendo, si procederà con semifinali e finali.
Per noi il round robin termina dopo il match decisivo contro Francesco Marrai.
Il match inizia con 6 nodi di vento, condizioni che rendono difficile manovrare i first7.5 che sono barche pesanti e larghe. Con grande tenacia e capacità di ritrovare la concentrazione riusciamo ad avere la meglio ancora una volta in partenza. Riusciamo ad arrivare precisi in linea di partenza (allo scadere) con l'avversario sottovento.
Da li in poi inizia il duello di virate col vento calante, che era solo la restante brezza serale che sarebbe svanita con l'avanzare della giornata.
Nella poppa contro Marrai cerchiamo di rimanere tra lui e la boa ma il calare del vento e la sua marcatura stretta ci fa perdere qualche metro di vantaggio. La poppa successiva, la finale, diventa una battaglia: Marrai ci rolla a causa di un altro salto di vento ma non riesce ad incrociarci davanti prima dell'arrivo e prende una penalità. Quindi ammaina spi e orza immediatamente per cercare di dare penalità a noi in modo tale da poter essere libero di tagliare l'arrivo e vincere. Ma proprio quando inizia a rallentare anche noi ammainiamo prontamente lo spi e cerchiamo di avvicinarci il più possibile all'arrivo per concludere quella regata già durata troppo a causa del poco vento. Riusciamo a dare un'altra penalità a Marrai e tagliamo l'arrivo vincenti.

Primi nel round robin scegliamo il nostro sfidante e lo battiamo 2-0.
La finale sarà con Marrai che ha appena battuto lo svizzero in semifinale.
Iniziamo quindi i match finali, un po' stanchi e stressati per la leadership da difendere e per essere stati imbattuti fino a quel momento.
La prima partenza non è delle migliori e siamo costretti a prenderci il lato destro che questa volta non è quello favorevole. Rimaniamo attaccati all'avversario, poco più di 10 mt ma sempre dietro.
Il secondo match siamo più stanchi ma vogliamo farci notare e cercare di rendere difficile al nostro avversario la finale. Vinciamo nettamente la partenza ma aver posticipato di qualche secondo la marcatura sull'avversario (ancora verso destra) ci è costato caro, infatti al primo incrocio Marrai era di nuovo davanti a noi. Non abbiamo potuto fare niente, gli siamo rimasti attaccati ma dietro. Complimenti quindi a Francesco che ha vinto l'evento.


Restiamo soddisfatti per il lavoro svolto fino ad ora, continueremo ad allenarci sulla resistenza e sulle manovre più difficili tipo tack and hoist e gybe-set. E certamente sui dyal-up nel pre partenza. Prossimo appuntamento al Match di marzo grado 3 a Scarlino il 12-13. 

Mondiale F18 2013

Mondiale F18 2013

Collaboratori

Ettore

Ettore

Optimist no limits

Optimist no limits
Antartide

Mondiale 2010

Mondiale 2010

Italiano Marsala 2010

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Squadra completa

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Barca del Mondiale

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Campo di regata Niteroi

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Si vedono gli optimist, bello difficile no?!

Italiano a Reggio Calabria

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Italiano RC

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Come si divertono....

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