Ed eccoci al finale di stagione, la regata che aspettiamo da
più di un anno, il Campionato Mondiale giovanile in California.
Le aspettative sono alte ma anche la consapevolezza che questa sarà una trasferta difficile, dall'altra parte del globo su un campo anzi un Oceano sconosciuto.
Abbiamo avuto a disposizione due giorni per provare le barche e dove
ci siamo potuti confrontare con i molti equipaggi che avevano già partecipato
alla Governor’s Cup svolta due settimane prima.
Questi equipaggi avevano quindi già sperimentato e ben conoscevano le leggere condizioni di vento e l’onda formata dell’Oceano Pacifico.
Questi equipaggi avevano quindi già sperimentato e ben conoscevano le leggere condizioni di vento e l’onda formata dell’Oceano Pacifico.
Siamo comunque stati rapidi ad individuare le loro tecniche per
rendere le nostre manovre ancora più rapide ed efficienti del solito. Ci siamo
allenati molto anche sulle partenze visto che qui c’è sempre corrente, elemento non
tanto sentito in Italia.
Arriviamo quindi alla cerimonia di apertura: sono presenti
12 Teams provenienti da 9 nazioni (ITA, AUS, NZL, FRA, USA, SUI, SWE, GBR, DEN), in pratica i 12 migliori equipaggi giovanili selezionati dalla Federazione Internazionale (World Sailing).
Ci viene assegnata la barca numero 8, ed essendo disponibile
una barca per ogni team, la barca sorteggiata la mattina rimarrà nostra per
tutta la giornata.
Iniziamo i controlli tipici e Simone si butta a fare carena,
alle 10:30 siamo pronti e usciamo al traino, ci aspettano 45 minuti prima di
arrivare sul campo di regata davanti a Newport Beach.
Ad attenderci ci sono 5/6 nodi da ovest con onda corta e
ripida, a questa si aggiungono i numerosi motoscafi che passano vicino al campo
di regata per osservare incuriositi e poi proseguire per la crociera.
Che dire, nonostante le condizioni difficili e la tensione
del primo giorno riusciamo semplicemente a dominare con molta freddezza tutti i
match girando ogni boa davanti. Merito delle belle partenze “in velocità”
giusta tattica e manovre semplici ed impeccabili.
Siamo anche i più pesanti tra i regatanti perché abbiamo
scelto di regatare in 4 ma questo non sembra rallentarci. Chiudiamo la prima giornata con 5 vittorie su 5, insieme all'australiano Price (numero 6 in ranking mondiale) e al neozelandese
Anyon (favorito della Governor’s cup).
Day 2
Siamo carichi, sembra che tutto stia andando per il verso
giusto ma questa mattina non è umida e nuvolosa come le altre.
Anzi, fa già caldo e questo non promette bene.
Estraggo la barca numero 5 e ci prepariamo per tutta la
routine che prevede check della barca, pulizia carena, ecc…
Quando arriviamo sul campo di regata realizziamo che la
situazione è semplicemente drammatica, 2.8 nodi, onda come al solito ripida
accompagnata da onde lunghe a periodi di 10 metri.
Il comitato posiziona il campo e pospone le regate per un
paio di ore fino a che una leggera brezza dà loro una speranza, quando in realtà era
evidente che le barche non riuscissero ancora a navigare bene.
Perdiamo il primo match contro i francesi e perdiamo anche
il secondo match contro gli inglesi a causa della seconda bolina dove siamo
stati costretti, da un’altra barca coinvolta in un altro match, a passare la
layline e regalare metri preziosi al nostro avversario.
Purtroppo siamo stati presi alla sprovvista anche se in fondo c'era da
aspettarselo, in un percorso corto come
quello del match race, con 12 barche che regatano in 6 match differenti ma sullo stesso campo, nulla è scontato.
Un po’ sfortunati e un po’disattenti siamo costretti a
cedere la leadership a AUS e NZL che invece anche oggi sono stati impeccabili. Manteniamo comunque la terza posizione assoluta.
Day 3
Nella testa ho una domanda che mi continuo a ripetere: riusciremo a riprenderci dopo la batosta di ieri oppure la giornata precedente
ci condizionerà tutto il campionato?
Estraggo la barca numero 8 e siamo contenti, la stessa che
nel primo giorno ci ha fatto vincere tutti i match.
Arrivati sul campo di regata si nota subito che la giornata
sarebbe stata lunga, dovevamo finire il primo round robin e iniziare il
secondo. Il vento è come al solito leggero, sotto gli 8 nodi, l’onda è
fastidiosa come sempre e la corrente è tanta, ci spinge contro il pin in
partenza.
Iniziamo subito la giornata con il sorriso battendo le
svedesi dopo una magnifica partenza ma ci aspettano i due match più importanti,
contro Anyon e Price. Li perdiamo entrambi ma per poco, a causa del poco
controllo di bolina e delle loro ottime scelte tattiche.
Verso le 16 si alza un bel vento sui 10 nodi che ci permette
di finire il Round Robin battendo il danese e iniziando alla grande il secondo Round.
Day 4
L’ostacolo più grande lo abbiamo superato, ci siamo ripresi
dopo una giornata pessima, ora siamo quarti a pari punti col terzo che è
l’americano Hobbs, battuto all'andata ma con il quale abbiamo perso al ritorno.
L’obiettivo è sicuramente quello di rimanere nella top 4 e
qualificarsi per le semifinali, dobbiamo guardarci le spalle dagli altri
americani di Welsh e dagli inglesi che ci hanno battuto all’andata.
Il vento questa mattina è ottimo, ci sono 8/9 nodi, tanta
corrente e caldo afoso.
Vinciamo i primi due match e ci apprestiamo a riaffrontare i
due big Anyon e Price.
Questa volta però mi sento bene, so di essere già qualificato per la semifinale e non ho niente da perdere, sono sereno e felice di regatare per mettermi alla prova. I ragazzi sono con me, siamo tutti più allegri e rilassati.
Questa volta però mi sento bene, so di essere già qualificato per la semifinale e non ho niente da perdere, sono sereno e felice di regatare per mettermi alla prova. I ragazzi sono con me, siamo tutti più allegri e rilassati.
E come per magia battiamo sia Anyon che Price, semplicemente
mantenendo sangue freddo in partenza, senza prendere troppi rischi e marcando l'avversario strettissimo appena passavamo il primo incrocio.
Prestazione fantastica quella di oggi che ci fa tornare il
morale alle stelle e ci rende temibili agli occhi dell’australiano che sembrava
non avere rivali a questo mondiale.
Come previsto, alla conferenza stampa, Price sceglie come suo
sfidante per le semifinali l’americano Hobbs, lasciando a noi il neozelandese
Anyon.
Questo sinceramente mi rallegra, non perché temessi
Price ma per il fatto che ho capito di essere temuto da lui. Siamo entrati
infatti come quarti e quindi, sulla carta, potevamo essere noi i più facili da battere.
Fa strano presentarsi la mattina allo yacht club e vedere
tutti gli altri partecipanti non cambiati e rilassati. Ci siamo solo noi 4 team
semifinalisti. Prepariamo le barche e usciamo.
Intorno alla linea di partenza è pieno di barche spettatori,
sembra quasi di essere in Coppa America. La linea di partenza, a guardarla
dalla boa di bolina, quasi quasi è difficile da individuare da quante barche ci
sono sullo sfondo.
Iniziamo la nostra semifinale rilassati, mentre dall’altra
parte Price batte USA per 3-0 per noi non è così facile battere Anyon ma grazie
alla tattica quasi sempre perfetta e ad un controllo dell’avversario ostinato
riusciamo ad avere la meglio sul 3-1.
Siamo contentissimi, quasi esultiamo come se avessimo vinto il mondiale. Ci iniziamo a credere davvero, adesso la meta è più vicina che mai.
Iniziano i match contro il favorito del mondiale, la prima regata la vince lui a causa di una mia scelta sbagliata del gate di poppa che ci fa perdere il vantaggio da noi acquisito fino a quel momento. Quando taglia l’arrivo l’australiano si sente un boato proveniente dai sui fan sulle numerose barche appoggio.
Siamo contentissimi, quasi esultiamo come se avessimo vinto il mondiale. Ci iniziamo a credere davvero, adesso la meta è più vicina che mai.
Iniziano i match contro il favorito del mondiale, la prima regata la vince lui a causa di una mia scelta sbagliata del gate di poppa che ci fa perdere il vantaggio da noi acquisito fino a quel momento. Quando taglia l’arrivo l’australiano si sente un boato proveniente dai sui fan sulle numerose barche appoggio.
Ci mettiamo di impegno e nelle due regate successive siamo
semplicemente sereni, tranquilli, e di conseguenza, PERFETTI. Strano a dirsi ma
c’era l’atmosfera giusta, belle partenze, barca sempre sui numeri giusti e
manovre ottime. Niente da dire, non è servito neanche mai protestare abbiamo
semplicemente dominato le due regate meglio di lui.
L’atmosfera cambia, siamo sul match point per noi.
Dalla barche degli spettatori non si sente più neanche un suono, sono tutti sorpresi e abbattuti.
Dalla barche degli spettatori non si sente più neanche un suono, sono tutti sorpresi e abbattuti.
Noi siamo pronti a sferrare l’ultimo colpo ma proprio in
partenza c’è un incidente in boa dove noi, barca sottovento, tocchiamo la boa e
la barca di Price sopravento. La risposta dei giudici? Penalizzare solo noi, la
barca sottovento.
Un po’giù di morale siamo costretti a cedere la regata del
2-2 solo perché abbiamo dato in mano agli umpires la regata, che nell'indecisone hanno favorito l'australiano.
Price ritorna di buon umore e nell'ultima regata riesce a
partire meglio di noi sfruttando maggiormente la corrente.
Siamo contenti del secondo posto ad un campionato del mondo, svoltosi in acque
difficili e dove tutti tifavano per gli australiani, ma se penso che sarebbe bastato davvero
poco per battere l’idolo locale e tornare a casa con una medaglia d’oro, un po’
sono amareggiato.
Non è la prima volta che basterebbe poco per fare la differenza,
l’importante è che prima o poi si arrivi all'obiettivo, di sicuro c’è ancora
della strada da fare ma siamo sul binario giusto.
Tra due settimane saremo in Polonia per il Campionato Europeo giovanile dove entreremo da favoriti.
Stay Tuned!
Anonimo ha lasciato un nuovo commento sul tuo post "L'Italia torna ai vertici del Match Race mondiale ...":
RispondiEliminaBellissima cronaca. Grazie.
Il secondo posto è per gli annali della vela (un gran risultato!!!).
Il valore dimostrato sul campo di regata invece, è da campioni del mondo ed anche questo, non ve lo toglie nessuno.
Grazie ragazzi. Semplicemente Grandi !!!!!